L’UE dichiara guerra alla plastica
Il 16 gennaio prossimo sarà varato con un voto del Parlamento dei Strasburgo il nuovo pacchetto di misure della Commissione Europea per contrastare
l’inquinamento da rifiuti di plastica. Uno dei primi atti dell’assemblea comunitaria, dunque, riguarderà l’approvazione di misure di salvaguardia ambientale. Dopo il dibattito sui sacchetti biodegradabili a pagamento nel nostro paese, il tema torna nel dibattito internazionale con rinnovato vigore.
Anche nei confronti dell’inquinamento marino, Bruxelles sta portando avanti una politica di riduzione. Fino al 12 febbraio è attiva una consultazione pubblica che richiede di «Fornire input, opinioni e dati per la preparazione del follow-up alla Strategia delle materie plastiche in relazione ai rifiuti marini, in particolare quelli in plastica monouso e agli attrezzi da pesca».
Il nuovo pacchetto di misure comprende quattro direttive UE che introducono nuovi obiettivi vincolanti di riciclo, un tetto al conferimento in discarica e schemi per garantire che i produttori coprano il trattamento dei prodotti a fine vita. Il primo obiettivo è arrivare al 2030 rendendo riutilizzabili o riciclabili tutti gli imballaggi. Il secondo è scoraggiare la produzione e vendita dei prodotti monouso come piatti, bicchieri e posate in plastica. Inoltre, Bruxelles sta valutando un divieto all’uso delle microplastiche nei cosmetici e nei detersivi. Una direttiva specifica, infine, obbligherà i porti a smaltire a terra i rifiuti prodotti non solo dalle navi ma anche dalle imbarcazioni da diporto.
Tuttavia, al momento per gli stati che intendono aumentare l’ambizione rispetto all’Europa è difficile liberarsi da alcuni dogmi che ne impediscono l’azione: è il caso della Gran Bretagna, che ha annunciato il divieto di utilizzo delle microplastiche nei prodotti cosmetici che rischia, secondo un nuovo rapporto della House of Commons Library, di essere bollato come illegittimo. A dicembre il sottosegretario all’ambiente Andrea Leadsom ha promesso di vietare le vendite di prodotti contenenti le pericolose particelle di plastica entro la fine dell’anno, a seguito delle pressioni degli attivisti ambientalisti. Ma il dossier ha messo in guardia sul fatto che qualsiasi tentativo di imporre un divieto unilaterale potrebbe violare le leggi sul libero scambio dell’Unione.
Fonte: Rinnovabili.it