Dalla sua fondazione nel 2002, la piattaforma europea di riciclaggio (ERP) ha raccolto e riciclato oltre 3 milioni di tonnellate di rifiuti elettrici ed elettronici in tutto il continente. Si tratta di una quantità di RAEE pari a quella alla quantità generata in tutta l’UE in un anno, che ha garantito il risparmio di circa 32 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.

Una sfida complicata quella del corretto avvio a riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, la cui quantità è in costante aumento, non solo nel vecchio continente. Entro il 2021, secondo il Global E-Waste Monitor, raggiungeremo le 52 milioni di tonnellate annue. Per l’ambiente non è una buona notizia: le sostanze pericolose contenute in questi dispositivi possono contaminare il suolo e le falde acquifere con rischi per gli ecosistemi e la salute. Per questo la scommessa è implementare l’economia circolare al punto da evitare un inquinamento insostenibile.

I dati sull’Italia raccolti da ERP nel suo ultimo rapporto, dicono che nel 2015 sono state raccolte e trattate oltre 26mila tonnellate di apparecchiature elettriche ed elettroniche a fine vita (+7% rispetto al 2014). A queste si aggiungono .308 tonnellate di pile e accumulatori portatili esausti (con una crescita del 12,5% rispetto all’anno precedente). In particolare, lo scorso anno Erp Italia raccolto 26.759 tonnellate di RAEE: crescono del 19% lavatrici, lavastoviglie, forni a microonde e tutti quei rifiuti elettronici appartenenti al gruppo R2, mentre aumentano del 27% gli R4 (piccoli elettrodomestici, informatica ed elettronica, giocattoli). A fare la parte del leone sono tre regioni, tutte al centro nord: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.

Il 90% dei RAEE raccolti è stato recuperato, ma solo lo 0,5% è destinato al riutilizzo. Il 7% finisce in discarica e il 2% prende la strada della “valorizzazione”.

Fonte: Rinnovabili.it